Un lavoratore su sette ha sofferto di depressione in Svizzera
BERNA - Una persona attiva su sette in Svizzera ha sofferto almeno una volta di depressione. I più colpiti sono i dipendenti con un basso reddito e le donne. È quanto emerge da uno studio presentato oggi a Berna e realizzato dall'Istituto Isopublic nell'ambito della campagna europea "Lean on Me" (conta su di me).
Dai dati raccolti su un campione di 1106 persone fra i 18 e i 64 anni nella Svizzera tedesca e romanda emerge che a una lavoratrice su sei e a un lavoratore su dieci è stata diagnosticata una depressione durante la loro vita professionale. Fra le donne il doppio carico lavoro-famiglia costituisce senza dubbio un fattore di stress, afferma il professor Wulf Rössler, dell'università di Zurigo, citato in un comunicato. Esistono anche differenze legate alle condizioni economiche. La depressione infatti colpisce in particolar modo le persone con bassi redditi: un dipendente su tre.
Circa la metà (47%) delle persone sofferenti comunque ha continuato a lavorare. La percentuale delle donne che non hanno interrotto l'attività raggiunge quasi il 55%. I dipendenti con bassi salari sono i più restii a seguire una terapia interrompendo il lavoro. "Chi guadagna bene ha l'impressione di essere insostituibile e quindi ha più facilità a sospendere l'attività in caso di malattia", ha spiegato Rössler.
La depressione causa disattenzione, una diminuzione della qualità del lavoro e il sentimento di essere oberato. Gli studi hanno dimostrato che un lavoratore depresso che rimane al suo posto malgrado la mattia causa costi doppi rispetto a chi invece sospende l'attività per seguire una terapia, hanno rivelato gli autori dello studio.
Secondo gli intervistati, la malattia è legata alle condizioni di lavoro: due terzi affermano che prima o durante la malattia il carico di lavoro è stato elevato in modo anormale. In questo caso sono emerse differenze regionali: il 70% degli svizzeri tedeschi ha avuto la sensazione di essere sovraccarico di lavoro, contro il 54% dei romandi. "Il lavoro ha un valore diverso per gli svizzeri tedeschi e i romandi: questi ultimi si definiscono e si identificano meno attraverso la professione", ha spiegato lo specialista di sociopsichiatria zurighese.
L'80% degli intervistati ha affermato che metterebbe al corrente il datore di lavoro in caso di depressione. "È una percentuale molto alta e dimostra che i dipendenti hanno fiducia nei datori di lavoro", secondo Rössler. "Al contempo però una grossa parte della popolazione sembra non prendere abbastanza sul serio la depressione". Spesso le persone depresse hanno paura, si vergognano o non trovano la forza di parlarne.
Gli specialisti consigliano ai superiori o ai responsabili del personale di discutere a quattr'occhi con il dipendente interessato. Le imprese dovrebbero sondare il personale in merito al carico di lavoro e alle esigenze specifiche, fornire sostegno e contribuire ad alleviare i fattori di stress.
Lean on Me è un'iniziativa europea per migliorare le conoscenze sulla depressione. È sostenuta dalla European Depression Association ed è finanziata dall'impresa farmaceutica Lundbeck. In Svizzera ha ricevuto l'appoggio della Società Svizzera di Psichiatria e Psicoterapia, dall'associazione Equilibrium, dall'iniziativa per la prevenzione del suicidio IPSILON e della Società Svizzera di Medicina Generale (SSMG).
ATS, 10.06.2013